GIANNI COLOMBO
The Body and the Space 1959 – 1980
2 Ottobre – 20 Novembre 2015
ROBILANT+VOENA, 38 Dover Street, London W1S 4NL

ROBILANT+VOENA presenta, in ottobre, la prima mostra personale di Gianni Colombo a Londra, organizzata in collaborazione con l’Archivio Gianni Colombo. Curata da Francesca Pola e Marco Scotini, l’esposizione celebrerà l’opera di Colombo degli anni Sessanta e Settanta, le prime due creative decadi cruciali per la sua attività, che videro la sua affermazione come pioniere delle installazioni ambientali contemporanee.

Il lavoro rivoluzionario di Colombo si è sviluppato, inizialmente, nella Milano del dopoguerra, un contesto artistico internazionale molto vivace, arricchito dalla presenza significativa di Lucio Fontana e degli artisti sperimentatori della nuova generazione italiana, tra cui quelli che ruotavano attorno alla galleria e rivista Azimuth/Azimut (Piero Manzoni, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Paolo Scheggi). La sua arte può essere messa in relazione con la nascita del movimento che Bruno Munari e Umberto Eco definirono “Arte programmata” e con le contemporanee indagini cinetiche e plastiche di artisti internazionali come Lygia Clark, Julio Le Parc, David Medalla, François Morellet, Helio Oiticica, Jesús-Rafael Soto, Jean Tinguely, e altri artisti collegati al movimento internazionale ZERO.

A più di cinquant’anni di distanza da quando Colombo prese parte, nel Regno Unito, ad alcune mostre che fecero storia come, nel 1964, ‘Art in Motion – the Random and the Planned’ al Royal College of Art e, nel 1966, ‘In Motion. An Arts Council exhibition of kinetic art’, i primi vent’anni della sua carriera artistica vengono ripresentati in questa mostra, la sua prima personale a Londra. Cronologicamente l’esposizione è scandita dai momenti fondamentali del percorso di Colombo: dal 1959, anno in cui egli fu co-fondatore del Gruppo T e in cui per la prima volta esibì la sua opera nel contesto internazionale della Galleria Azimut, si arriva al 1980, momento in cui realizzò a Londra il suo ambiente Topoestesia, 8 situazioni entrexit in occasione della mostra ‘Pier + Ocean. Construction in the Art of the Seventies’, tenutasi alla Hayward Gallery, la cui maquette originale sarà esposta presso Robilant+Voena.

L’opera di Colombo mira a superare la nozione tradizionale dell’arte intesa come un oggetto da contemplare, per creare, invece, un coinvolgimento attivo dello spettatore. A partire dalle sue opere tattili e mobili della fine degli anni Cinquanta, fino alle installazioni luminose tridimensionali del 1960 e ai grandi ambienti della maturità, l’arte è concepita come il luogo in cui avviene un’esperienza che coinvolge mente e corpo. La sua indagine dello spazio è guidata dall’idea di modificare il convenzionale rapporto che lo spettatore intrattiene con la realtà sia fisicamente che psicologicamente, abbracciando anche un dialogo con tecnologia e architettura. Lo spazio di Colombo è uno spazio di cui si fa esperienza in maniera totalizzante, anticipando temi della ricerca artistica e percettiva e una partecipazione del fruitore che sono tutt’oggi assai rilevanti nell’arte.

La mostra riunirà esempi fondamentali dell’opera di Colombo che indagano il corpo e lo spazio: dalle prime sperimentazioni in ceramica e feltro ai pezzi in movimento, come Strutturazione pulsante, Strutturazione fluida, Strutturazione acentrica, Roto-Optic, alle opere luminose degli anni Sessanta e Settanta. Speciale rilievo è dato al fondamentale ciclo Spazio elastico, nato a seguito del suo importante ambiente del 1967, realizzato in occasione della mostra ‘Trigon 67’ tenutasi a Graz, che gli valse anche un premio alla Biennale di Venezia del 1968. Colombo ha da sempre considerato il suo Spazio elastico una delle sue più riuscite realizzazioni, come dimostrato dalla molteplicità di materiali, configurazioni e sfide percettive che egli riuscì a riunire in quell’opera e come esemplificato dalla varietà dei lavori in mostra a Londra.

Il pezzo forte della mostra è uno dei suoi più grandi e importanti ambienti: Topoestesia – tre zone contigue (itinerario programmato), 1965-1970. L’ambiente venne realizzato ed esposto alla mostra ‘Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/1970’ tenutasi a Roma presso il Palazzo delle Esposizioni (1970), dove divenne oggetto di una splendida serie di fotografie di Ugo Mulas, alcune delle quali saranno incluse nella mostra di Robilant+Voena. L’opera è composta da tre spazi tridimensionali contigui a corridoio, che presentano deformazioni topologiche progressive e illuminazioni ritmiche: gli spettatori sono invitati ad entrare nell’opera d’arte e a camminarvi dentro, sperimentando una serie di rapporti non convenzionali con il tempo e lo spazio. Per la prima volta questo fondamentale lavoro viene esposto al di fuori dell’Italia.

La selezione di 30 opere, che ne comprende di inedite da collezioni private italiane, costituisce il fulcro dell’esposizione insieme ad alcuni rari progetti e documenti ed è completata dall’unico video d’arte di Colombo, realizzato nel 1970 in collaborazione con l’artista concettuale italiano Vincenzo Agnetti: Vobulazione e bieloquenza neg. Dimostrando l’enorme poliedricità del suo impulso creativo, la mostra riaffermerà il ruolo rivestito da Colombo nell’arte moderna e contemporanea internazionale.

L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo di 260 pagine, pubblicato da Marsilio Editore, scritto e curato da Francesca Pola e Marco Scotini, con un saggio di Guy Brett. Basato su studi approfonditi dell’opera di Gianni Colombo, raccoglie più di 190 immagini di opere, fotografie storiche e documenti, comprendendo anche una selezione di scritti dell’artista e una mappatura iconografica della distribuzione di alcuni dei suoi principali lavori nei vari musei del mondo.